Sul vischio si narrano due leggende, una antica e l’altra più vicina. Si narra di un vecchio mercante che viveva in un paese sui monti. Non aveva amici né una moglie, viveva in completa solitudine. Una notte, il mercante non riusciva a prendere sonno. Si destò ed uscendo di casa vide tutta la gente andare nella medesima direzione. Qualcuno tendendogli la mano disse:- Fratello, non vieni?-. Il mercante pensò che non aveva alcun fratello. Era un mercante, un mercante con i suoi clienti e la sua avidità.
Tuttavia, la folla lo incuriosì e decise di unirsi a loro. Erano vecchi e fanciulli. La parola “fratello” gli riecheggiava nella testa. Si rese conto che non poteva essere loro fratello. Li aveva sempre ingannati. Si fingeva misero per vendere più caro, speculando sul bisogno dei poveri e non aiutava mai nessuno. Non poteva certo essere fratello di quelle persone sfruttate e tradite. Eppure continuavano a stargli attorno. Arrivarono alla grotta di Betlemme, ciascuno, anche il più povero, recava in mano un dono. Lui, però, non aveva nulla eppure era benestante.
Arrivato alla grotta s’inginocchiò. Qui chiese perdono a Gesù per aver maltrattato i suo fratelli. Poggiatosi ad un albero, l’uomo non riusciva a smettere di piangere. Il suo cuore mutò quella notte e dalle sue lacrime nacque, in mezzo a due foglioline, il vischio.
La leggenda più recente narra di un concorso bandito in Austria nel 1800. Bisognava realizzare il presepe più bello, da esporre a palazzo. Il vincitore avrebbe sposato, quale premio, la nipote dell’imperatore. Si presentò, così, un’artista il quale realizzò un presepe a grandezza naturale, risultandone vincitore. All’ingresso di questo pose un chiosco ricoperto di vischio, stabilendo che sotto di questo, gli sposi avrebbero dovuto fare il giuramento solenne del matrimonio. Da qui nacque la tradizione di baciarsi sotto al vischio.