Nella Calabria del secolo scorso la povertà era molto diffusa e la società a maggioranza rurale traeva il proprio sostentamento dalla terra, ciò che permetteva di sopportare le difficile condizioni e accettarle serenamente era la fede cristiana radicata profondamente in questa terra e ancora oggi fortemente sentita. Il Natale perciò è sempre stato celebrato in grande e i pranzi e le cene delle festività natalizie sono sempre stati caratterizzati da abbondanza e gioia poichè i calabresi hanno saputo sfruttare la loro ricchezza, la terra, escogitando dei modi per goderne i frutti anche nel periodo di Natale nonostante cada in inverno.
Così, per onorare la tradizione che prevedeva (e prevede ancora) una grande cena in famiglia la vigilia di Natale e una tavola imbandita con esattamente tredici pietanze, si faceva ricorso ad alcuni dei prodotti più gustosi che il suolo calabrese regala…d’estate! In estate infatti, le melanzane venivano raccolte, tagliate e lasciate essiccare al sole, così anche i peperoni rossi, ed entrambi venivano conservati pronti ad essere serviti per qualche occasione speciale. La cena della vigilia era l’occasione perfetta perché altrimenti riuscire a servire tredici pietanze sarebbe stato un pò difficile, perciò la cena era caratterizzata perlopiù da una serie di antipasti e contorni preparati con ortaggi e verdure di stagione o fuori stagione appositamente conservati, i più fortunati aggiungevano carne, raramente pesce e dei golosi e semplici dolci.
Questa tradizione è tuttora viva in alcuni paesi calabresi, per preparare le frittelle basta recuperare le melanzane e i peperoni (rigorosamente rossi) lasciarli bollire un po’ nell’acqua, scolarli e lasciarli raffreddare. Si prepara una semplice pastella con acqua, farina, aglio e sale, si aggiungono melanzane e peperoni, si friggono in abbondante olio bollente e…Voila, rustico e gustoso come pochi: l’antipasto è servito!